lunedì 16 maggio 2011

Napolitano, promessa ad Abu Mazen: «I palestinesi avranno l'ambasciata in Italia»

http://www.corriere.it/politica/11_maggio_16/napolitano-palestinesi-ambasciata-italia_6938d2e2-7fab-11e0-845d-a4559d849f1e.shtml

MILANO - Un'ambasciata palestinese in Italia: «A nome del governo, annuncio la elevazione della delegazione al rango di missione diplomatica, e al rango di ambasciatore del rappresentante»: questa la dichiarazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al termine dell'incontro avuto a Betlemme, in Cisgiordania con Abu Mazen, il massimo dirigente dell'Autorità nazionale palestinese. Unica tappa di Napolitano nei Territori in occasione della visita di due giorni in Israele. Che. dopo un lungo applauso della delegazione locale, ha ringraziato : «Un altro regalo che ci fa l'Italia». Un passo che avviene, precisa il Capo dello Stato: «in piena amicizia con Israele. Siamo sempre fortemente impegnati per la costruzione della pace tra lo stato ebraico e i palestinesi secondo la formula due popoli due Stati». Una formula, ha aggiunto, che è stata «riconosciuta dal governo israeliano» ed ora si tratta di «farne discenderne una serie di accordi che portino a questa realizzazione». E ha aggiunto: «Ci auguriamo che i prossimi mesi siano fecondi per il rilancio della prospettiva negoziale perchè ancora prima di settembre, conta di riaccendere a maggio, a giugno e in estate il clima di dialogo».

BASTA INSEDIAMENTI - Il presidente Abu Mazen, si è soffermato sulle prospettive del dialogo con gli israeliani chiedendo che cessi la politica degli insediamenti. Quanto agli americani, Washington vede «spingere in avanti il negoziato sulla base della road map, dell'iniziativa araba di pace e della dichiarazione del Quartetto». Queste «sono le basi da cui bisogna partire», come anche il ritorno ai «confini del 1977», e la cessazione degli insediamenti. «Il tempo che abbiamo davanti è molto breve, ma ce ne è a sufficienza per riprendere il negoziato su queste basi», ha proseguito. Certo, «gli insediamenti israeliani impediscono che si possano cogliere le attuali occasioni» di pace perchè il governo israeliano «capisca che il popolo palestinese non può sparire e che si è presentata una soluzione storica». Quanto all'Italia, la decisione di oggi si pone nella scia di una profonda amicizia dimostrata con gesti «che non potremo mai dimenticare», come «la dichiarazione di Venezia del 1980 è il modo in cui le forze armate italiane tutelarono i campi profughi nel Libano nel 1982». Del resto, ha aggiunto Abu Mazen rivolgendosi a Napolitano, «anche voi italiani avete conosciuto le occupazione straniere, sapete cosa vuol dire».

LIBIA, OK AL CESSATE FUOCO SOLO CON I FATTI - Napolitano si è poi soffermato sulla Libia: «L'Italia prenderà in considerazione la disponibilità delle forze fedeli a Gheddafi per un cessate il fuoco se tali disponibilità nuovamente annunciate saranno seguite dai fatti. Non è certamente la prima volta che le Nazioni Unite chiedono il cessate il fuoco. Anzi, nella prima risoluzione avevano chiesto tassativamente al colonnello Gheddafi di astenersi da azioni militari volte a reprimere la protesta popolare. Poi c'è stato qualche annuncio da parte di Gheddafi di disponibilità a cessare il fuoco, ma queste dichiarazioni non sono state mai seguite dai fatti». E ha sottolineato «Se lo saranno, naturalmente, ne terranno conto tutte le parti in causa, comprese quelle che hanno risposto all'appello della Risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza per adottare la "no fly zone" e tutte le misure necessarie per proteggere la popolazione civile, le cui espressioni politicamente più significative di contestazione sono state ferocemente represse fino a oggi dalle forze fedeli a Gheddafi».

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